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Più che di una casuale comunione di intenti ha tutta l’aria di una riuscitissima campagna marketing. Ricordate Phonebloks, il progetto di smartphone modulare che il designer David Hakkens ha proposto in Rete a metà settembre? Oggi scade sulla piattaforma Thunderclap il tempo utile per far rimbalzare il messaggio online. E proprio oggi Motorola ha annunciato l’intenzione di lavorare alla produzione di un dispositivo open source dotato di pezzi separati e intercambiabili. Un telefono cellulare intelligente componibile proprio come quello immaginato da Hakkens, con cui il marchio di proprietà di Google collaborerà per realizzare il progetto denominato Ara. “Vogliamo fare per l’hardware quello che Android ha fatto per il software”, si legge sul blog di Motorola .

Anche il sistema operativo, fra l’altro, è cresciuto e si è sviluppato sotto il cappello di Mountain View. L’intenzione è quella di “creare un vivace ecosistema di sviluppatori di terze parti, abbassare le barriere all’ingresso, aumentare il ritmo dell’innovazione e comprimere i tempi di sviluppo”, dichiara Paul Eremenko del team Project Ara. “Il nostro obiettivo è quello di darvi il potere di decidere cosa fa il vostro smartphone, che aspetto ha, di che materiale è fatto, quanto costa e quanto tempo durerà”. Il sogno proibito di ogni appassionato di tecnologia, insomma. Quando Hakkens lo ha estratto dal cassetto sembrava pura utopia: in assenza di accordi con i produttori delle singole componenti era difficile immaginare i grandi del mercato disposti a smantellare quanto assemblato in questi anni con tanta cura. Adesso che Motorola è salita a bordo, o uscita allo scoperto, la questione è differente.